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Moais dell’Isola di Pasqua: un tributo particolare agli antenati del luogo

Per quanto lontana sia la terra continentale cilena, l’Isola di Pasqua è pienamente riconosciuta in tutto il mondo per i monumenti caratteristici che la popolano. I famosi moais non passano inosservati e rappresentano per l’umanità un vero mistero. Queste statue gigantesche sono senza dubbio la più grande mostra culturale di Rapa Nui, nome aborigeno di quest’isola, tanto da essere il segno distintivo degli indigeni di questo luogo.

È ancora un enigma in quanto i locali sono stati in grado di scolpire e trasportare queste statue e poi seppellirle nel terreno, e cioè potevano raggiungere fino a 75 tonnellate. Alcuni esperti affermano che questi monumenti sono stati realizzati con l’obiettivo di offrire un tributo agli antenati per estendere la loro protezione a tutto il luogo. Si ritiene persino che nel momento in cui questi moai arrivarono all’altare dove avrebbero dovuto esserci, i Rapanui facevano grandi celebrazioni.

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Megaliti: i monumenti costruiti con rocce che si estendono in tutto il continente

Parlare dei megaliti ci porta proprio al Neolitico e a la Età del Bronzo, il momento in cui l’umanità viveva in modo rudimentale, ma certamente queste strutture continuano a sorprenderci perché non comprendiamo pienamente come sono riusciti a fare un lavoro così perfetto senza la tecnologia che abbiamo oggi. La parola megalito deriva dal greco ed è il insieme tra ‘mega’ che significa grande e ‘lithos’ che significa pietra, qualcosa che denota la maestosità di queste costruzioni di carattere architettonico che sono rimaste in piedi dopo tantissimo tempo.

Attualmente sono stati scoperti circa 35.000 megaliti, costruzioni che sono state costruite con una o più rocce e che sono sparse in tutto il continente europeo. Molti di loro sono stati allevati in aree costiere e si dice che il primo di essi potrebbe emergere più di 6.000 anni fa. Alcuni ricercatori pensano che lo scopo di queste strutture fosse quello di indicare i luoghi in cui vivevano i nostri antenati, generando un sentimento di appartenenza collettiva.

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